Oppio, morfina, eroina

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Oppio è il nome del lattice prodotto all'interno dei baccelli dei semi del papavero da oppio (Papaver sumniferum). Si crede che la pianta si sia evoluta da una specie selvaggia, Papaver setigerum, che cresce nelle aree costiere del mare Mediterraneo. Al giorno d'oggi il P. somniferum è l'unica specie di papavero utilizzata per produrre oppio.

Il papavero da oppio è una pianta annuale. Da un piccolo seme rotondo, lui cresce, fiorisce, e da dei frutti solo una volta. L'intero ciclo di crescita per molte varietà di questa pianta impiega sui 120 giorni. Il seme del P. somniferum puo essere riconosciuto per la presenza di una reticolazione secondaria all'interno degli spazi della reticolazione ruvida presente su tutta la sua superfice. Quando confrontato con altre specie di Papavero, le piante di P. somniferum avranno le foglie arrangiate lungo lo stelo della pianta, piuttosto che foglie basali, e le foglie e lo stelo saranno lisce, senza peli. I piccoli semi germinano velocemente, dando loro calore ed umidità sufficienti. I germogli appaiono dal quattordicesimo al ventunesimo giorno. In meno di sei settimane la giovane pianta avrà quattro grandi foglie e somiglierà ad un cavolo. Le foglie dentate sono lisce e verdi con una tinta lievemente grigia o blu. Entro sessanta giorni, la pianta crescerà da uno a due piedi d'altezza, con un lungo stelo primario. La parte superiore di questo stelo non ha foglie. Uno o piu steli secondari, possono crescere da quello principale. Singole piante di papavero nell'Asia sud-orientale hanno uno o piu steli secondari. Quando la pianta cresce in altezza, lo stelo principale e quelli secondari terminano in un bocciolo. Durante lo sviluppo del bocciolo, il gambo dello stelo si allunga e forma una sorta di uncino che fa si che il bocciolo si posizioni a testa in giu. Quando si sviluppa il fiore, il gambo dello stelo si raddrizza ed i boccioli puntano verso l'alto. Uno o due giorni dopo, i due segmenti esterni del bocciolo, chiamate sepali, cadono via, scoprendo i petali del fiore. I papaveri da oppio generalmente fioriscono all'incirca dopo novanta giorni di crescita e continuano a fiorire per due o tre settimane. Il fiore all'inizio è schiacciato e spiegazzato, ma i petali presto si espandono e diventano levigati al sole. I papaveri da oppio hanno quattro petali. I petali possono essere singoli o doppi e possono essere bianchi, rosa, viola-rossastri, rossi intensi o variegati. I petali durano due, massimo quatto giorni, per poi cadere e rivelare un piccolo frutto rotondo e verde che continua a svilupparsi. Questi frutti, o capsule, possono essere sia oblique che allungate, o globulari, e maturano sino a raggiungere la grandezza di un uovo di gallina. Le capsule a forma obliqua sono piu comuni in Asia sud-orientale. Questa è l'unica parte della pianta a produrre alcaloidi. La pelle delle capsule racchiude il muro dell'ovaio. Questa parete consiste di tre strati. Il lattice della pianta (l'oppio) è prodotto all'interno di questo muro e drenato nello strato medio attraverso un sistema di vasi e tubi presente all'interno della capsula. Le celle dello strato intermedio secernono piu del 95% di oppio quando la capsula è incisa e raccolta. I coltivatori asiatici raccolgono l'oppio da ogni capsula quando questa è ancora nella pianta. In seguito le capsule vengono tagliate e lasciate a seccare. Una volta secche, vengono aperte e i semi vengono rimossi e seccati al sole per poi conservarli per la semina dell'anno seguente. Un metodo alternativo è quello di raccogliere intenzionalmente i semi da alcune piante non incise, poiché l'incisione puo diminuire la qualità dei semi. La raccolta dell'oppio inizia all'incirca due settimane dopo la caduta dei petali. Le capsule vengono incise con delle lame, creando dei tagli di un millimetro di profondità. Questo lavoro solitamente viene svolto la sera tardi, perché altrimenti il lattice si coagulerebbe a causa del sole, e le aperture provocate dalle incisioni si tapperebbero impedendo ad altro lattice di uscire. Si aspettano all'incirca sei ore, durante le quali il lattice si addensa per il freddo della notte, e si passa quindi a raccogliere l'oppio la mattina dopo. La quantità prodotta da una singola capsula varia enormemente, e puo andae dai 10 ai 100 milligrammi di oppio per capsula. La quantità media si aggira intorno agli 80 milligrammi. La gomma di oppio umida raccolta dalle capsule contiene una percentuale d'acqua relativamente alta e dev'essere seccata per parecchi giorni. L'oppio di alta qualità sarà marron (piuttosto che nero) e manterrà la sua consistenza appiccicosa.

L'oppio contiene gli alcaloidi morfina, codeina, noscapina, papaverina e tebaina. Vengono utilizzati tutti in ambito clinico come analgesici per ridurre il dolore senza perdita di conoscenza, tranne la tebaina che non induce effetto analgesico ma è di grande utilità farmaceutica perché impiegato nella produzione di opioidi semisintetici simili alla morfina come l'oxicodone (Percodan), l'idromorfone (Dilaudid), e l'idrocodone (Vicodin). Si pensa che gli effetti psicologici dell'oppio fossero conosciuti agli antichi Sumeri (circa 4000 A.C.) i quali indicavano il papavero con i simboli hul, "felicità" e gil, "pianta". La pianta era conosciuta in Europa almeno 4000 anni fa come provato dai fossili di semi e baccelli ritrovati nelle dimore dei laghi svizzeri del neolitico. L'oppio veniva probabilmente consumato dagli antichi Egizi ed era ben conosciuto dai Greci. La nostra parola oppio deriva dal Greco. Anche Omero ne parla nelle sue opere, l'Iliade e l'Odissea (850 A.C.). Ippocrate (460-357 B.C.) prescriveva l'uso del succo di papavero bianco mischiato a semi di ortica. Il papavero da oppio probabilmente raggiunse la Cina intorno al quarto secolo A.C. attraverso i commercianti arabi i quali ne sostenevano l'uso per scopi medici. I primi riferimenti al suo utilizzo si trovano nella letteratura cinese. Il noto chirurgo cinese dei Tre Regni Hua To (220-264 A.C.) usava preparati di oppio e cannabis indica per i suoi pazienti prima di sottoporli ad operazioni. L'inizio della diffuzione dell'uso di oppio in Cina è associato all'introduzione di tabacco da pipa nel diciassettesimo secolo. I cinesi mischiavano l'oppio Indiano con il tabacco, due prodotti che venivano commerciati dai tedeschi. Questa pratica è stata usata per tutta la regione e prevedibilmente ha portato ad un aumento dell'usanza di fumare oppio, sia con che senza tabacco. Nel tardo 1700 la Compagnia delle Indie Orientali controllava le principali coltivazioni di papavero e dominava il commercio di oppio in Asia. Nel 1800 raggiunse il monopolio sull'oppio, controllando le scorte e regolando i prezzi.

Nel 1805, il farmacista tedesco Friedrich W. Serturner isolò e descrisse l'alcaloide principale nonché ingrediente attivo piu potente dell'oppio. Lo chiamò morphium da Morfeo, il dio greco dei sogni. Da qui il termine morfina, utilizzato oggi per indicare questa sostanza. Questo esempio è stato presto seguito dalla scoperta degli altri alcaloidi dell'oppio: codeina nel 1832 e papaverina nel 1848. Dal 1850 questi alcaloidi puri, piuttosto che i preparati di oppio, venivano comunemente prescritti per portare sollievo al dolore e alla tosse. Questo periodo vide anche l'invenzione della siringa ipodermica.
Verso la fine del diciottesimo secolo l'oppio era pesantemente utilizzato in Cina a scopo ricreazionale. La corte imperiale ne bandì l'uso ma grandi quantità continuarono ad essere importate illegalmente in Cina. Nel 1839 L'imperatore Qing ordinò al suo ministro Lin Zexu di dedicarsi al problema dell'oppio. Lin chiese aiuto alla regina Victoria ma venne ignorato. Di conseguenza, l'imperatore confiscò 20000 barili di oppio e fece arrestare alcuni trafficanti stranieri. La Britannia si vendicò attaccando la città portuale di Canton. Così iniziò la prima guerra dell'oppio. I cinesi furono battuti e nel 1842 il trattato di Nanjing venne firmato. La Britannia richiese che venisse permesso il proseguimento del commercio di oppio, che i Cinesi pagassero una grande risoluzione, e che cedessero Hongkong all'impero britannico. La seconda guerra dell'oppio iniziò e finì nel 1856 per le richieste che il mercato dell'oppio venisse espanso. I cinesi vennero nuovamente sconfitti e l'importazione di oppio in Cina venne legalizzata. Durante il diciannovesimo secolo negli Stati Uniti, i preparati a base di oppio come il laudano (tintura di oppio inodore) e il paregorico (tintura di oppio benzoica) divennero ampiamente disponibili e piuttosto popolari. Nel 1860 la morfina venne largamente impiegata prima e dopo le operazioni come antidolorifico per i soldati feriti durante la guerra civile. Durante la guerra i medici distribuivano frequentemente oppiacei. Nel 1866 il Segretario di Guerra dichiarò che furono emesse dieci milioni di pillole, oltre 2840000 once di altri preparati a base di oppio, e quasi 30000 once di solfato di morfina. Il risultato inevitabile fu la dipendenza da oppio, chiamato la "malattia del soldato". Questi problemi di dipendenza da oppio e morfina portarono alla ricerca scientifica di un antidolorifico potente ma che non creasse dipendenza (si veda la sezione sull'Eroina).

Nel 1870 venne sintetizzata una sostanza che si supponeva non creasse dipendenza, facendo reagire la morfina con l'acido cloridrico. La compagnia farmaceutica tedesca Bayer fu la prima, nel 1898, a rendere disponibile questa nuova droga, 3,6-diacetilmorfina, in grandi quantità sotto il nome di eroina. Questa sostanza è tre volte piu potente della morfina. Ciò è dovuto principalmente alla sua maggiore solubilità, per via dei lipidi che procurano una penetrazione potenziata del sistema nervoso centrale. L'eroina venne impiegata inizialmente con molto successo come un calmante per la tosse nei pazienti con tubercolosi, allora incurabile. I pazienti continuavano a morire, ma senza il dolore e la sofferenza a cui sarebbero stati soggetti altrimenti. L'eroina venne usata secondariamente per combattere la dipendenza da morfina, così come originariamente la morfina venne usata per combattere la dipendenza da oppio. Poco dopo la sua introduzione, tuttavia, ci si rese conto che l'eroina aveva proprietà narcotiche che superavano di molto quelle della morfina, creando però maggiore dipendenza.

Nel dicembre del 1914 il Congresso degli Stati Uniti fece passare l'"Harrison Narcotics Act" che chiedeva il controllo di ogni fase della preparazione e distribuzione di oppio, morfina ed eroina e qualsiasi nuovo derivato che mostrasse di avere proprietà simili. Rese illegale il possesso di queste sostanze controllate. Le restrizioni nell'Harrison Act furono ridefinite piu recentemente dal "Federal Controlled Substances Act" del 1970. L'atto inserì l'oppio ed i suoi derivati, e tutte le parti del P. sonniferum eccetto i semi nella Scheda II delle Sostanze Controllate.

Il primo periodo di diffusione a larga scala dell'eroina di contrabbando negli Stati Uniti ebbe luogo tra il 1967 ed il 1971. L'oppio turco veniva trasformato in eroina in Francia e in seguito portato a New York. Verso la metà del 1970 apparve la brown messicana (un tipo di eroina). Questa veniva venduta a prezzo piu basso dell'eroina europea e divenne subito disponibile nelle regioni occidentali e del centro-occidentali. Dalla metà del 1980 il mercato dell'eroina degli U.S.A. venne alimentato da tre regioni: Messico, Asia sud-occidentale (Pakistan, Afghanistan, Turchia, Lebanon) e Asia sud-orientale (Burma, Laos, Tailandia). Poco dopo arrivò l'eroina sud-americana dalla Columbia. Nel 1997 l'Asia sud-orientale produce oltre la metà dell'oppio destinato al mercato nero mondiale. E' stato stimato che la regione ha la capacità di produrre oltre 200 tonnellate di eroina all'anno. Nonostante la maggior parte venga consumata in Asia, migliaia di chilogrammi entrano negli Stati Uniti ogni anno.

La struttura chimica degli oppioidi è molto simile a quella di composti prodotti naturalmente dal cervello chiamate endorfine ed encefaline. Questi composti derivano da un ormone (prodotto dalla ghiandola pituitaria) aminoacido chiamato beta-lipotropina che, quando rilasciato, si scinde per formare meta-encefalina, gamma-endorfina e beta-endorfina. Le molecole di oppio, per via della loro struttura molecolare simile, raggiungono molti dei recettori delle endorfine situati nei centri di piacere del cervello e producono effetti analgesici del tutto simili. Nel corpo umano, uno stimolo doloroso è normalmente seguito da una reazione protettiva immediata che coinsiste nel rilascio di endorfine per indurre sollievo. L'oppio imita alte dosi di endorfina per produrre intensa euforia ed uno stato di benessere elevato. L'uso regolare porta all'aumento della tolleranza (assuefazione) ed alla necessità di quantità piu elevate di droga. Un'elevata dipendenza fisica e psicologica è il risultato dell'uso regolare e l'interruzione dell'assunzione porta a crisi d'astinenza. In aggiunta ai centri del piacere/dolore, è presente anche una concentrazione di recettori degli oppioidi nel centro della respirazione. Gli oppiacei hanno un effetto inibitorio su queste cellule e nel caso di un'overdose, la respirazione può cessare completamente. Gli oppiacei inibiscono inoltre la sensibilità agli impulsi della tosse. Una terza locazione per questi recettori nel cervello è nel centro del vomito. Gli oppiacei possono causare nausea e vomito. La tolleranza per questo effetto si sviluppa molto velocemente. Gli oppiacei influiscono sul sistema digestivo inibendo la peristalsi intestinale. Molto prima di essere impiegati come antidolorifici, gli oppiacei venivano usati per controllare la diarrea.

L'oppio contiene intorno al 10% di morfina. Di conseguenza da una capsula che ad esempio contiene 50 milligrammi di oppio è possibile ricavare 5 milligrammi di morfina. Una dose di morfina dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milligrammi, e per produrli sarebbero quindi necessarie quattro capsule.

Quando si parla di eroina, quel che viene in mente è senza dubbio l'ago. Non tutti sanno però che ultimamente, soprattutto tra i giovani, si è diffusa la pratica di fumarla. Questo metodo d'assunzione infatti evita di lasciare tracce (i buchi nelle braccia). Inoltre la dipendenza e la tolleranza si sviluppano piu lentamente, ed è piu facile tenere sotto controllo l'assunzione, fumando ad esempio solo due volte alla settimana (evitando così l'aumento della tolleranza), cosa direi impossibile con l'assunzione per endovena. In effetti più che di fumare si tratta di inalarne i vapori. Si posiziona una pallina di eroina su un pezzo di carta stagnola e la si lascia scorrere mentre la si scalda posizionando la fiamma di un accendino sotto la stagnola. Si incrina la stagnola e si muove l'accendino verso il basso, come per accompagnare la pallina di eroina, per farla scorrere (un po' come si farebbe con una calamita per muovere una pallina di ferro). Infatti l'eroina, quando scaldata, si scioglie e diventa simile al caramello, perciò se non si muove la fiamma, questa rimane appiccicata nello stesso punto della stagnola. Bisogna invece farla scorrere, perché se la pallina rimane sempre nello stesso punto con la fiamma dell'accendino sotto di essa, questa si brucia invece di evaporare. Il vapore viene inalato con la bocca utilizzando un "pippotto", spesso fatto anch'esso con un pezzo di carta stagnola arrotolata. Infatti una parte del vapore si condensa all'interno del pippotto, che viene poi aperto per fumare l'eroina cristallizzata in esso. Spesso l'eroina viene tagliata con sostanze che non evaporano ma bruciano e restano nella stagnola, cosi questa modalità d'assunzione è consigliata in quanto relativamente piu "sana" dell'assunzione per endovena.

Le prime sperimentazioni di morfina ed eroina producono una sorta di intorpidimento fisico, stordimento e sensazione di "ovattamento", mentre è difficile percepire gli effetti analgesici (soprattutto se la si fuma). Andando avanti con le assunzioni è possibile provare un elevato benessere generalizzato, i problemi svaniscono e tutto ci appare positivo. Il mondo viene visto da un punto di vista estremamente ottimista, tutti i sentimenti e le sensazioni negative come la timidezza e la paura svaniscono. Di solito quando si è sotto effetto di tale sostanza si alternano momenti di dinamismo e di forte volontà di agire con momenti di apatia e menefreghismo nei confronti del mondo che ci circonda. Così ad esempio un ragazzo normalmente impacciato potrebbe essere spinto a dialogare tranquillamente con delle ragazze così come a stare disteso per terra a fissare il muro e fregarsene altamente del sesso e dei rapporti sociali. Solitamente, se l'eroina è fumata, è probabile sentirsi piu attivi e motivati, mentre se iniettata, il più delle volte si è portati a non sentire la necessità di fare niente, che ci si trovi per strada con gli amici o da soli distesi sul letto, si sta estremamente bene così. Inoltre l'eroina (a differenza della morfina) se assunta per via endovenosa, subito dopo l'iniezione produce il cosiddetto flash, una sensazione di elevato piacere diffuso in tutto il corpo, che svanisce dopo un minuto circa. Tuttavia permane un senso di piacere e benessere fisico (una sorta di calore che ti abbraccia e ti conforta) che è difficile provare se la si fuma.

Segue la descrizione di una prima assunzione, presa da erowid.org:

"La gente dice che e' come essere colpiti da un camion. No. Non e' affatto cosi'. E' come stare su una roccia, in una costa... ed avere un'onda di calore, di sicurezza, di assoluta "apatia" che ti viene addosso, che ti circonda, che va dentro la tua bocca, giu per la gola, e in profondita' nella tua anima. La prima cosa che ho realizzato di nuovo e' stato il freddo (cosi come lo sentiva prima di farsi N.d.t). Ma ora non me ne preoccupavo. Per niente. Di fatto io ricordo di essere felice che il freddo fosse li'... mi dava piacere pensare che il freddo stesse CERCANDO di farmi qualcosa, CERCANDO di mettermi a disagio, il freddo stava PROVANDO a danneggiarmi...e questo mi rendeva felice perche' io sapevo che non poteva.

Niente mi poteva toccare. Ero invincibile, senza l'energia di essere invincibile. *** La gente prova sempre a trascrivere a parole la sensazione che si prova.. questo e' il problema.. e' impossibile.. e' il nulla piu intenso che si possa sperimentare.

Ora capisco il potenziale per la dipendenza. Non mi importava piu dei problemi, perche' erano temporaneamente rimossi...no, non rimossi, smantellati."

Il Metadone è stato sviluppato per la prima volta dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Quando venì meno la disponibilità dell’oppio, i capi nazisti per evitare la possibilità di crisi d’astinenza, ordinarono alle compagnie farmaceutiche tedesche di produrre un oppiaceo completamente di sintesi, che non avesse bisogno dell’oppio per essere prodotto. Dopo poco tempo i chimici sintetizzarono una sostanza che non solo funzionava, ma il cui effetto durava a lungo (contro le 6-8 ore dell’eroina), più precisamente dalle 24 alle 72 ore, in base alla dose ed al metabolismo individuale. Di conseguenza il Metadone divenne la droga più utilizzata per gestire la dipendenza da oppiacei.
Il Metadone è disponibile in diverse forme – ampolle da 10 mg, pastiglie da 5 mg,“Metadone Linctus” da 1 mg in 2,5 ml o “Miscela di Metadone DTF” da 1 mg in 1 ml. In Italia è sempre più utilizzata la forma concentrata, dove ogni ml di sciroppo contiene 5 mg di metadone, contro la versione precedente che aveva un rapporto di 1:1.

Molte persone si lamentano del fatto che il Metadone non abbia l’intensità dell’eroina. Inoltre non dà la stessa “botta” quando iniettato. Quanto di questo dipenda da un fattore psicologico non è chiaro. Molte persone diventano ossessionate dal rituale dell’uso della droga – preparare la roba e tirarla su con la siringa, o arrotolare un cilindro di carta stagnola.
Di fatto chi ha provato ad assumere entambe le droghe per via orale non è stato in grado di distinguerne gli effetti. Dove l’eroina ha un vantaggio reale sul metadone è nell’astinenza. Le crisi dell’eroina durano due-tre giorni, sino ad una settimana per chi ne fa uso da molto tempo ogni giorno senza aver mai interrotto l’assunzione. L’astinenza da metadone può durare dagli otto giorni ad addirittura un mese se non di più. D’altra parte il vantaggio del Metadone è che, conoscendone la quantità (a differenza dell’eroina da strada), lo si può assumere in dosi decrescenti evitando così le crisi d’astinenza.

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